Zona rossa? Asporto e consegna a domicilio sono le uniche soluzioni

A distanza di un anno dal primo lockdown generale, ci ritroviamo ancora a “combattere” contro la pandemia causata dal coronavirus. Fino ad ora, a pagarne maggiormente sono stati ristoranti e bar, che in zona rossa possono solo effettuare la consegna a domicilio o la vendita per asporto. Tuttavia molte di queste attività non sono strutturate per la gestione degli ordini e per esempio avrebbero bisogno di un software clone di Ubereats.

software simili a ubereats

Infatti con l’avvento della Pasqua 2021, tutte le regioni italiane torneranno ad essere “zona rossa” da sabato 3 aprile a lunedì 5 aprile, anche la Sardegna, l’unica regione che era considerata “zona bianca”. Come a Natale, sarà possibile far visita ad amici e parenti solo una volta al giorno e al massimo 2 persone (ovvero nell’arco della stessa giornata non si potrà andare a trovare due nuclei famigliari differenti, ma solo uno).

Con queste premesse, saranno da escludersi non solo le tanto amate grigliate di Pasqua e Pasquetta, ma anche i pranzi fuori porta, dato che non sarà possibile pranzare o cenare al ristorante. L’unica soluzione per le attività ristorative, sarà quella di offrire il servizio di asporto o la consegna a domicilio.

Ovviamente per queste attività non sarà facile strutturarsi per offrire il servizio d’asporto o la consegna a domicilio, perché è difficile prevedere quanta richiesta ci sarà. Oltre a questo primo grande dilemma, bisogna sapersi organizzare per ricevere ed evadere gli ordini. Per esempio una pizzeria da asporto è già in grado di offrire questo servizio, ma un ristorante deve rivedere i compiti del proprio organico e allestire un sistema per il take away o addirittura per la consegna a domicilio.

Packaging per asporto e consegna a domicilio

In sostanza, per poter restare al passo con le restringenti normative causate dal covid, i ristoratori devono:

  • dotarsi di un sistema (app, sito, telefono, ecc) per la prenotazione degli ordini take away o con consegna a domicilio,
  • ridefinire i ruoli interni per ottimizzare il servizio e ridurre i tempi d’attesa,
  • prevedere la domanda futura, così da effettuare i giusti approvvigionamenti di materia prima,
  • utilizzare contenitori idonei per il trasporto del cibo,
  • promuovere il nuovo sistema tramite canali offline e online.

In poche parole, non sono tempi felici per i ristoratori, ma grazie alla tecnologia, un po’ di ingegno e un pizzico di fortuna, anche questo periodo buio può essere superato.

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